1.1 - Cervello e Memoria

Come sappiamo, il cervello è l'organo principale del sistema nervoso centrale e presenta una simmetria bilaterale. 

All’interno di questo organo le informazioni entrano, vengono elaborate e il loro prodotto finale può diventare pensiero, azione o emozione; ma può anche non diventare niente, cioè un’informazione che viene messa da parte, la memoria, cioè qualcosa che non serve nell’immediato ma è un dato che metto da parte e utilizzo nel caso in cui mi serva e insieme alle nuove informazioni che arrivano.

I processi cognitivi sono influenzati dai processi emotivi.

 La domanda che sorge spontanea è “qual è il criterio per stabilire se vale la pena memorizzare una certa cosa o meno?”; è chiaro che se dovessi memorizzare ogni cosa mi riempirei di cose inutili, mentre se dovessi memorizzare troppo poco, rischierei di perdere qualcosa di importante. A questo punto il cervello ha dovuto trovare un criterio: se un avvenimento non mi coinvolge emotivamente, significa che non è molto importante se invece un avvenimento ha evocato in me un forte coinvolgimento emotivo, è una cosa importante e allora quell’avvenimento, quella cosa, tendo a consolidarla.

L’ippocampo è una struttura che fa parte di quello che viene chiamato circuito di Papez ed è fondamentale per i processi di memorizzazione (come anche la parte inferiore del lobo del cingolo).

La memoria fondamentalmente ha due aspetti:

·   da un lato esistono informazioni che noi acquisiamo e possiamo trattenere per qualche secondo o al massimo per qualche minuto: questa è la cosiddetta MEMORIA A BREVE TERMINE.

·    se invece questi fenomeni tendono a ripetersi, hanno una certa periodicità, quello che noi abbiamo appreso non dura più secondi o qualche minuto ma in teoria può durare tutta la vita; esistono in pratica delle MEMORIE A LUNGO TERMINE destinate ad accompagnarci per tutta la vita (camminare, parlare, scrivere sono memorie perenni).

Le memorie a lungo termine sono di due tipi, esplicite e implicite:

- si chiamano MEMORIE ESPLICITE tutte quelle memorie di cui siamo perfettamente consapevoli. Queste memorie esplicite sono dette anche verbali (perché si raccontano facilmente a parole) e fondamentalmente sono di due tipi:

·        ne fanno parte gli episodi della nostra vita (memoria autobiografica) che ognuno di noi ovviamente deve immagazzinare.

·        memorie semantiche, cioè quella che in linguaggio tecnico viene definita “cultura generale”.

MEMORIA IMPLICITA

In tutta la vita, un individuo, oltre ad acquisire informazioni di cui è consapevole, acquisisce anche informazioni di cui in realtà non riesce ad essere chiaramente consapevole, alcune non sa neppure di possederle, di altre ancora anche se le possiede ha difficoltà ad esprimerle verbalmente.

Esempio: “prova a descrivere a parole come si fa il nodo alle scarpe”, questo per capire che si tratta di abilità che sai di possedere o meno, ma è difficile da verbalizzare. In questo caso noi impareremo per imitazione e non perché qualcuno ci spiega a parole come fare il nodo alla cravatta.

La nostra capacità di apprendere i movimenti appartiene alla categoria delle memorie implicite dette MEMORIE PROCEDURALI, che noi acquisiamo nel corso della vita attraverso un processo che si chiama “per tentativi ed errori”. Tutta la memoria di tipo motorio fa parte delle memorie implicite.

Rientrano nelle memorie implicite altre due memorie che spesso non sappiamo nemmeno di avere: una molto arcaica che prende il nome di memoria associativa e l’altro che apparentemente possiede solo l’uomo e che si chiama priming, di cui non siamo assolutamente consapevoli.

LE MEMORIE ASSOCIATIVE

rappresentano un’enorme categoria di nozioni che abbiamo acquisito e che ricorderemo per tutta la vita, ma che non sappiamo di avere! La memoria associativa è presente in tutti gli animali, cioè l’apprendimento associativo è la forma di apprendimento inconscio più diffusa in natura, anche gli animali meno evoluti hanno la possibilità di essere condizionati. Dunque più il ricordo è interconnesso ad altri ricordi, è associato e associabile a momenti della nostra vita e conoscenze pregresse, e più sarà resistente.

me sappiamo, il cervello è l'organo principale del sistema nervoso centrale e presenta una simmetria bilaterale. 

All’interno di questo organo le informazioni entrano, vengono elaborate e il loro prodotto finale può diventare pensiero, azione o emozione; ma può anche non diventare niente, cioè un’informazione che viene messa da parte, la memoria, cioè qualcosa che non serve nell’immediato ma è un dato che metto da parte e utilizzo nel caso in cui mi serva e insieme alle nuove informazioni che arrivano.

I processi cognitivi sono influenzati dai processi emotivi.

 La domanda che sorge spontanea è “qual è il criterio per stabilire se vale la pena memorizzare una certa cosa o meno?”; è chiaro che se dovessi memorizzare ogni cosa mi riempirei di cose inutili, mentre se dovessi memorizzare troppo poco, rischierei di perdere qualcosa di importante. A questo punto il cervello ha dovuto trovare un criterio: se un avvenimento non mi coinvolge emotivamente, significa che non è molto importante se invece un avvenimento ha evocato in me un forte coinvolgimento emotivo, è una cosa importante e allora quell’avvenimento, quella cosa, tendo a consolidarla.

L’ippocampo è una struttura che fa parte di quello che viene chiamato circuito di Papez ed è fondamentale per i processi di memorizzazione (come anche la parte inferiore del lobo del cingolo).

La memoria fondamentalmente ha due aspetti:

·   da un lato esistono informazioni che noi acquisiamo e possiamo trattenere per qualche secondo o al massimo per qualche minuto: questa è la cosiddetta MEMORIA A BREVE TERMINE.

·    se invece questi fenomeni tendono a ripetersi, hanno una certa periodicità, quello che noi abbiamo appreso non dura più secondi o qualche minuto ma in teoria può durare tutta la vita; esistono in pratica delle MEMORIE A LUNGO TERMINE destinate ad accompagnarci per tutta la vita (camminare, parlare, scrivere sono memorie perenni).

Le memorie a lungo termine sono di due tipi, esplicite e implicite:

- si chiamano MEMORIE ESPLICITE tutte quelle memorie di cui siamo perfettamente consapevoli. Queste memorie esplicite sono dette anche verbali (perché si raccontano facilmente a parole) e fondamentalmente sono di due tipi:

·        ne fanno parte gli episodi della nostra vita (memoria autobiografica) che ognuno di noi ovviamente deve immagazzinare.

·        memorie semantiche, cioè quella che in linguaggio tecnico viene definita “cultura generale”.

MEMORIA IMPLICITA

In tutta la vita, un individuo, oltre ad acquisire informazioni di cui è consapevole, acquisisce anche informazioni di cui in realtà non riesce ad essere chiaramente consapevole, alcune non sa neppure di possederle, di altre ancora anche se le possiede ha difficoltà ad esprimerle verbalmente.

Esempio: “prova a descrivere a parole come si fa il nodo alle scarpe”, questo per capire che si tratta di abilità che sai di possedere o meno, ma è difficile da verbalizzare. In questo caso noi impareremo per imitazione e non perché qualcuno ci spiega a parole come fare il nodo alla cravatta.

La nostra capacità di apprendere i movimenti appartiene alla categoria delle memorie implicite dette MEMORIE PROCEDURALI, che noi acquisiamo nel corso della vita attraverso un processo che si chiama “per tentativi ed errori”. Tutta la memoria di tipo motorio fa parte delle memorie implicite.

 

Rientrano nelle memorie implicite altre due memorie che spesso non sappiamo nemmeno di avere: una molto arcaica che prende il nome di memoria associativa e l’altro che apparentemente possiede solo l’uomo e che si chiama priming, di cui non siamo assolutamente consapevoli.

LE MEMORIE ASSOCIATIVE

rappresentano un’enorme categoria di nozioni che abbiamo acquisito e che ricorderemo per tutta la vita, ma che non sappiamo di avere! La memoria associativa è presente in tutti gli animali, cioè l’apprendimento associativo è la forma di apprendimento inconscio più diffusa in natura, anche gli animali meno evoluti hanno la possibilità di essere condizionati. Dunque più il ricordo è interconnesso ad altri ricordi, è associato e associabile a momenti della nostra vita e conoscenze pregresse, e più sarà resistente.

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